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      Quanti e quanti di quei bravi nuotatori hanno fatto accorrere la Misericordia per trasportarli cadaveri!
      Oltre gli appassionati vi erano i temerari; i quali ambivano di mostrare la loro bravura buttandosi nel fiume dalle sponde de1 Lungarno, prima della Porticciuola delle Travi, vicino al Ponte alle Grazie, in quel punto dove è maggior corrente, per fare a chi resisteva più nuotando sott'acqua ed arrivando il primo all'arcata di mezzo del Ponte Vecchio.
      La gente, ansiosa, si spenzolava dalle sponde, trepidando sempre per la vita di quei nuotatori audaci: e a quelli che arrivavano primi, faceva un evviva così spontaneo, così sincero e prolungato, da dimostrare tutto l'interesse che vi prendeva e l'angoscia sofferta per la tema di una disgrazia.
      Fra questi nuotatori s'era reso celebre un tale soprannominato Mondo, che aveva salvato molte persone quando stavano per affogare. E siccome per ognuna di esse il Governo gli dava dieci scudi di premio, così l'apparente noncuranza della propria vita per salvar quella degli altri, divenne una speculazione. Infatti, questi celebri nuotatori di quando in quando si mettevan d'accordo con alcuni che andando a bagnarsi, a un certo punto figuravan d'affogare. E i nuotatori celebri, che senza parere stavan giù di li sempre pronti, compievan l'atto eroico di spogliarsi e buttarsi nell'acqua per accorrere a salvar l'infelice, che si seccava a stare a fare il falso affogato se il salvatore tardava, e a rubare i dieci scudi.
      Scoperta però, a lungo andare, la cabala, le ricompense per consimili atti eroici furon soppresse, e a chi li compieva non rimaneva altra soddisfazione che il plauso della propria coscienza, il quale, valendo meno dei dieci scudi, nessuno si buttò più in Arno per salvare il prossimo suo anche se affogava per davvero.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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