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      Il Mondini allora, tirata fuori una terzetta, fece fuoco sul gruppo degli avversari, e ferì mortalmente un giovane di ventidue anni di distintissima famiglia, e per colmo di sventura figliuolo unico. Questo infelice fu "il signor Domenico Ricci," che sollevato subito a braccia da' suoi compagni, fu messo in una bottega, "e quivi in meno di mezz'ora, rese l'anima al suo creatore."
      L'altra befanata, che cinque anni dopo diventò essa pure celebre, fu quella del 5 gennaio 1594.
      Come al solito, la città era tutta una baldoria continuata da un capo all'altro. Le befane si incontravan per le vie salutandosi con fischi ed urli, che arrivavano alle stelle. Il chiarore delle innumerevoli torce rischiarava le strette viuzze, i vicoli e i chiassoli, per dove quelle matte brigate passavano, assordando cogli squilli delle trombe di vetro e d'ottone, e coi berci e le grida. Pareva un popolo contento e felice, spensierato per l'avvenire e dimentico del glorioso passato. Le osterie rigurgitavano di gente che vuotava i boccali di vino come bicchierini di rosolio, e che quindi usciva per andar dietro alle brigate delle befane per aumentare il chiasso ed il frastuono. Una di queste, venendo da Via Calzaioli, sboccò in Piazza della Signoria, e per Via della Ninna e Via de' Neri, si diresse al Ponte delle Grazie per andare a far baccano di là d'Arno. Questa comitiva, quando fu proprio a mezzo il ponte, s'incontrò in un'altra befanata, che da San Niccolò si rivolgeva dalla parte di qua. Al solito vi fu questione, per dir così, d'etichetta.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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