Ma quella era una fiera d'espiazione, o meglio, di preparativi all'espiazione di tutti i peccati di gola, e di tanti altri generi, commessi nel carnevale.
Quella fiera cominciava la mattina a buon'ora; e consisteva in fichi secchi, noci, mandorle, olive cotte in forno, zibibbo, mele secche, fagiuoli, ceci ed altre civaie, atte tutte a purificar l'anima e prepararla alla gloria eterna del paradiso... il più tardi possibile.
In quel giorno tutte le massaie di campagna che erano venute a Firenze a prender la cenere e che non si rimettevano il cappello a mezza tuba come usava allora, per non portarsela via; e le donne da casa econome e timorate di Dio, andavano alla fiera, che si estendeva per tutta la Via del Sole, a far le provviste necessarie per la quaresima. Il concorso del popolo era molto numeroso; ma era un pubblico speciale; più che altro di capi di famiglia, di vecchi, o di ragazzi, che andavan con la nonna a comprare i fichi secchi e le noci. A mezzogiorno la fiera era bell'e finita. Nelle domeniche di quaresima si facevan quelle delle nocciuole; le prime tre alla Porta a San Gallo e le altre alla Porta al Prato, a Romana ed a San Frediano.
Ognuna delle fiere aveva il suo significato. Quelle tre di San Gallo si dicevano, invertendo l'antico ordine: dei Curiosi, degli Innamorati, e dei Furiosi; e per queste aveva luogo un corso di carrozze in Via San Gallo, che riusciva per lo più una cosa molto meschina per lo scarso numero che ne interveniva. Questo però era compensato dalla comparsa che vi faceva il Granduca a cavallo.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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