S. A. I. e R. - Dio ne guardi a non aver detto: imperiale e reale - vestiva in abito nero con un tosone austriaco sul petto; ed era accompagnato da due ciambellani di Corte. Cavallo e cavaliere - parlo del Granduca - non intimorivano affatto; poiché il vetusto destriero, bello d'aspetto, era anche una bestia ragguardevole per lunga ed intemerata vita ed illuminata esperienza, a cui avrebbero potuto ricorrere per consiglio e parere, tutti i cavalli della città. E dire però che quell'animale, non più dell'erba d'oggi e che non aveva il capo a' grilli, pareva più giovane del suo cavaliere, che non era ancora vecchio!
Al tempo di Ferdinando III e nei primi anni di regno di Leopoldo II, i sovrani avevan conservato l'antico uso di andare al corso delle carrozze delle fiere di San Gallo con due mute, scortati dalle guardie nobili; e la sera alla Pergola.
La presenza dunque, del Sovrano, era quella che dava tono alle tre fiere della Porta a San Gallo; per ciò il popolo, e specialmente i vecchi codini, vedevano nel Monarca, alla fiera delle nocciuole, una guarentigia d'ordine e di pace.
Ognuno comprava le nocciole e i brigidini, che portavano, chi alla dama, chi alla dolce sposa, od ai figli, e così quel divertimento lecito ed onesto, valeva a far passare con meno noia le domeniche della quaresima, le quali si finivan sempre di santificare andando alle funzioni in qualche chiesa, tanto per far l'ora di cena. Le fiere della Porta a San Gallo si prolungavano fino alla "Madonna della Tosse" situata dietro al "Parterre" che resta oggi sull'imboccatura di Via Pancani.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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