La fiera delle nocciuole e dei brigidini era il pretesto; ma la ragione vera del concorso era quella di vedere i contadini dei dintorni che aspettavano quel giorno della fiera dei Contratti, per fare il pateracchio con la dama che s'erano scelta: ed i cosiddetti cozzoni appaiavano il giovanotto e la ragazza, e li mandavano tutt'e due su per la salita del Poggio. I genitori dello sposo, col cozzone, andavan loro dietro osservando l'andatura della ragazza se era franca, svelta e che resistesse alla salita, o, come dicevano allora, se appettava bene. Se la ragazza appariva robusta, ed era di forme bene sviluppate, quando i vecchi d'ambo le parti s'eran trovati d'accordo sugli interessi, si stringeva il contratto; ed il cozzone aveva diritto ad una camicia o quel regalo che fosse piaciuto fargli di sopra più.
La gente stava per matta a guardar quei gruppi di contadini, qua e là fuori della porta, che contrattavano, questionavano, lesinavano sulla dote, e che quando s'eran trovati d'accordo, mandavano i due sposi all'erta per veder se la ragazza appettava, come si sarebbe fatto, non voglio dir d'una vacca al mercato, ma d'un cavallo o d'un paio di bovi.
E non c'era pericolo che quei varii gruppi s'occupassero di coloro che stavano a sentirli urlare e questionare, e che li canzonavano, e ne dicevan loro di tutti i colori, quando i due sposi salivano il Poggio. Facevan conto che cantasse un cieco!
Ma eran carine quelle scene; non solo per le figure grottesche dei contadini ma per il viso rosso come il fuoco che per la vergogna facevan le ragazze messe così in berlina a quel modo, e che salivan dimenando i fianchi che parevan di pietra e le gonnelle corte, dalle quali uscivan fuori certe scarpe con piedi analoghi, che Dio ne guardi a esser pestati!
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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Contratti Poggio Poggio Dio
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