Dopo la comunione, le persone reali si ritiravan nelle loro stanze "per prendere la cioccolata" accompagnate dalle dame e dagli altri personaggi che passavano nelle stanze dell'Opera "allo stesso fine!"
Dopo la refezione, le cariche di Corte per il corridoio andavano dal coretto ad assistere coi Sovrani alle funzioni di Santa Felicita; terminate le quali, le cariche si recavano a prendere il Granduca per la processione che andavano a depositare il Sacramento nel sepolcro: il baldacchino era portato dai ciambellani e il Granduca teneva l'ombrellino.
Dopo queste funzioni aveva luogo la cerimonia in palazzo nel salone degli stucchi delle due lavande a dodici poveri e a dodici povere "il tutto secondo il regolamento approvato - da Ferdinando III - nel 14 marzo 1819."
Nel salone veniva "eretta una piccola tribuna parata soltanto di dommasco con tamburetti per le loro Altezze Reali." Al primo povero, che veniva scalzato e ricalzato dal gran ciambellano di servizio fisso, gli lavava i piedi e glieli asciugava il Granduca; e agli altri undici, le altre cariche di Corte. Il Sovrano era assistito altresė dall'arcidiacono e dall'arciprete. Il "bacile delle borse" coi denari che il Granduca dava a ciascun povero, e quello per lavarsi le mani, dopo che avevan lavato i piedi, eran tenuti da due ciambellani di servizio; ugualmente che per distender la bandinella.
Per la lavanda alle povere, alla prima di esse, scalzata e ricalzata dalla maggiordama maggiore, veniva fatta dalla Granduchessa; ed alle altre, dalle sue dame; come pure due dame distendevan la bandinella; ma tenevano i bacili per le mani e delle borse, due ciambellani; e altri dodici assistevano la Sovrana nella cerimonia.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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