Dopo l'Adorazione aveva luogo la processione; ed all'intonare del Vexille si distribuivano i torcetti alle cariche, ai consiglieri ed ai paggi. Al Sovrano veniva presentato dal gran ciambellano, che stava presso di lui senza torcetto, per far risaltare l'umiltà del Granduca e al tempo stesso la sua superbia; perché ciò si faceva affinché non si credesse che egli facesse coppia col ciambellano!...
Finalmente col sabato santo si chiudeva la quaresima; ma si chiudeva proprio come fra gente che si leva una gran noia d'intorno.
Lo "scoppio del carro" a Firenze per il sabato santo, è celebre dappertutto. Esso fu sempre un privilegio della famiglia Pazzi, poiché un suo antenato, Pazzo de' Pazzi, essendosi recato all'impresa di Gerusalemme nel 1099 fu il primo che "con generoso ardire piantò a viva forza ed a dispetto de' Saracini lo stendardo della fede sulle mura di Jerusalem." In ricompensa di tanto valore, Goffredo di Buglione, che era alla testa di quella memorabile impresa, concesse a Pazzo de' Pazzi di mescolare le cinque croci - arme ed impresa della città di Gerusalemme - con i due delfini della famiglia de' Pazzi. E per "più gratitudine ancora" lo autorizzò "a togliere alcuni pezzi di pietra viva, che toccava il sepolcro di Gesù Cristo." Tornato il Pazzi a Firenze il 16 luglio 1101, "fu dai Signori a grande onore ricevuto, e ad essi egli donò i tre pezzi di pietra che la Signoria fece mettere in un ciborio dorato nella chiesa di Santa Maria sopra a porta," bella e magnifica chiesa esistente presso a poco nel luogo dove fu poi edificata quella di San Biagio, oggi residenza del corpo dei pompieri.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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