- Vadan fuori a far quelle burle e non si servan della chiesa! - esclamavano i più indignati. Ma era un avvertimento inutile; perché fuori, dei branchi di cinque o sei ragazze cucite, e anche di giovanotti e di vecchi, ce n'era un subisso. Ma non era finita lì. Alcuni bricconi che avrebbero dato noia a Cristo sulla croce, si mettevano in cima alle scarpe uno spillo assicurato bene e che non si vedesse; e mentre i contadini con la testa per aria guardavano il campanile o la cupola, siccome portavano ancora i calzoni corti, quando non se l'aspettavano, col piede armato di spillo bucavan loro le polpe e li facevan cacciare strilli e urlacci da far paura, guardando per terra senza sapersi raccapezzare poiché non vedevan che facce toste che non si curavan di loro. Ma appena voltavan l'occhio un'altra puntura li molestava, e via di questo passo, finché quegli infelici non se n'erano andati con la speranza almeno, dopo tanti martirii sofferti, d'essersi acquistato il paradiso.
Fino a che non fu allargata la Via de' Calzaioli, che era strettissima, per modo che due carrozze non barattavano, e quella che arrivava al segno dopo dell'altra, bisognava che desse addietro - c'era l'uso, appena vi cominciava a stiparsi la folla, di mettere in terra, da quelli delle botteghe che se ne stavan poi sulla porta a ridere, un grosso ciottolo o pillola d'Arno, come si dice comunemente. Ne seguiva che tutta quella gente che sì trovava quel ciottolo tra' piedi che ruzzolava per le pedate di coloro che camminavano, lo mandava in giù e in su dal Bigallo fino a San Michele, storpiando i disgraziati che se lo sentivano arrivare in una nocca o in uno stinco, senza che nessuno pensasse a levarlo di mezzo, limitandosi a mandare imprecazioni d'ogni sorta a chi ce l'aveva messo.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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Cristo Calzaioli Arno Bigallo San Michele
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