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      Chi lo sapeva però, ed erano naturalmente i soliti rompicolli, cercavano quel sasso che pareva un popone e facevan di tutto, destramente, di mandarlo ne' piedi de' contadini, i quali, poveri diavoli, per quanto fossero duri finché si vuole, quando se lo sentivano arrivare vedevan le stelle. Non bestemmiavano, perché allora i contadini non eran civilizzati come oggi; ma delle benedizioni a chi aveva messo quel ciottolo non ne mandavan davvero.
      Un'altra birbonata inventata apposta per spaventare i disgraziati contadini, era di dar fuoco a dei mortaletti e buttarglieli tra i piedi mentre bruciavano i fuochi del carro! Non c'è da credere gli urli, lo spavento e le sottane all'aria di quelle povere ragazze, che si pentivano di esser venute a Firenze più che de' loro peccati.
      Le vittime dello "scoppio del carro" non erano soltanto i contadini e le montanare; c'erano, per esempio, i dieci soldati ed il caporale che il Comando di Piazza mandava a scortare il carro da quando lo levavano la mattina alle sette dalla casa spalcata di Via Borgo Allegri fin a che non lo riportavano, che quand'era finita la festa non ne potevan più. Non si trattava soltanto dello strapazzo di stare in piedi tutte quell'ore, il peggio era tenere addietro la folla che ci voleva una fatica enorme; tanto più se si riflette che i soldati avevano i caschi tutti armati di ferro con le gruncette (sottogola) e pompò d'ottone, che pesavan parecchio; certe giberne che parevan cassettoni; baionette spropositate tenute a tracolla; e fucili che oltrepassavan le venti libbre!


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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