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      La Corte vi si recava con quest'ordine: nelle due prime mute, i ciambellani e le cariche di Corte, e due staffieri di gala: quindi la carrozza dei Sovrani e le quaranta guardie nobili. Nella quarta e quinta muta la Granduchessa vedova e le Arciduchesse; nelle altre due le dame e i gentiluomini: chiudeva un drappello di dragoni.
      In chiesa il servizio di gala era fatto dai granatieri ; e sulla piazza la fanteria che all'elevazione faceva i tre spari. Nell'insieme era una festa grandiosa: un po' teatrale se si vuole, ma il popolo ci si divertiva parecchio: e molti vecchi la rammentano ancora.
      L'Ottavario di Pasqua, ossia la Domenica in Albis, aveva luogo l'offerta dell'olio alla Santissima Annunziata. Era una cosa singolarmente caratteristica e curiosa. L'offerta la faceva sempre una chiesa o una compagnia di campagna; e la mattina della Domenica predetta venivano i fratelli della compagnia col proprio parroco, alla testa, e portavano due mezzi barili d'olio messi a bastina sulla groppa d'un somaretto bigio coperto da una bella gualdrappa, e sopra vi sedeva un bambino di tre o quattro anni, possibilmente biondo, vestito da angiolo. La gente accorreva sempre a vedere l'Angiolino ed era spesso un bisbiglio d'ammirazione perché talvolta c'eran dei bambini che eran proprio un amore, quando però col troppo agghindarli non parevan bambolini di stucco. I granatieri facevano la scorta d'onore.
      Non si faceva nulla senza i soldati: ma è pur vero che anche con quei soldati non si faceva nulla!


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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