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      Quante coppie s'internavano nei boschetti per cercare il posto buono dove erano i grilli; e anche quante ragazze sole sole, come distratte, si allontanavano con aria indifferente dalla comitiva occupata a preparar la merenda, e si perdevano per ritrovarsi poi col giovanotto che, poveretto, non essendo pratico della località si perdeva anche lui!
      Era una di quelle giornate, che nessuno avrebbe voluto veder finire, tanto ci pigliavan gusto tutti, a quel giochetto di cercare il grillo canterino, che serviva, povera bestia, di pretesto a tante cose svariatissime, una più bella e più gustosa dell'altra.
      Ora, anche questa è ridotta anziché una festa, una vera melanconica consuetudine di pochi seguaci delle tradizioni, che si potrebbero chiamare i bigotti delle medesime.
      Ma procediamo con ordine. La mattina dell'Ascensione, poco dopo l'alba, si cominciavano a veder delle brigate con le sporte, o con dei panieri coi fiaschi di vino, e tegami, e bicchieri, e piatti, che s'avviavano passo passo verso le Cascine. Per tutta la strada era un chiacchierìo, un brusìo di quella gente, che pareva andasse come si soleva dire allora, nelle France Maremme! Ma più baccano di tutti lo facevan quelli coi corbelli dei grilli - che molti, per farli confondere, dicevan che eran piattole o scarafaggi che dir si voglia - e che urlavano: I' ho i'grillo canterino! E i babbi compravano il grillo ai figliuoli; e la sera mettevan fuori della finestra la piccola gabbia di fusti di saggina, con gran giubbilo dei pigionali, che la notte non potevan dormire.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





Ascensione Cascine France Maremme