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      Dietro a questo, erano portati dodici prigionieri dei più miserabili, che dai Buonomini venivan liberati dal carcere il dì di San Giovanni, senza riguardo al delitto da loro commesso, e che procedevano a capo chino con un ramoscello d'olivo in mano.
      Negli anni avvenire, il finto San Giovanni a scanso di disgrazie fu sostituito da una statua di legno che lo rappresentava; e dal popolo, per la sua andatura a balzelli ed a scosse, fu chiamato Brindellone.
      Dopo ricevuti gli omaggi, la Signoria si recava a portare l'offerta a San Giovanni.
      In quel giorno si usava di mettere, tutto intorno al tempio, delle grandi tende attaccate ad alcuni anelli infissi nelle pareti esterne della chiesa e alle case che circondavano la piazza. Queste tende furono da principio di tela turchina, con gigli di tela gialla rapportati; ma siccome più d'una volta per burrasche impetuosissime o per incendi venivano distrutte, poiché all'esterno del tempio si accendevano cento lumiere, attaccate ai canapi che reggevano le tende, in modo che di notte "pareva anche a gran distanza di pieno giorno," la Signoria impose all'arte di Calimara di rifarle a sue spese, cedendole, in compenso, una parte del dazio sul vino che ogni anno, per San Giovanni, si vendeva a centinaia di barili in Piazza della Signoria.
      Non sarà ozioso di qui ricordare come fra le bufere più terribili che distrussero le tende attorno a San Giovanni, rimase celebre quella del 1488. "Quando il palio andava alle mosse si levò un vento così grande, con tempesta d'acqua e di gragniuola, che mai fu veduto simile.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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