Sotto certi rispetti si può dire che al giorno d'oggi il Marzocco abbia la corona in testa tutto l'anno, ed è per questo non gli si mette più per San Giovanni.
Dopo vespro - sempre la vigilia - si faceva "solenne cavalcata de' Serenissimi Principi e de' Cavalieri, e la sera si correva in Piazza di Santa Maria Novella il palio de' cocchi, simile agli antichi giuochi olimpici," istituito da Cosimo I nel 1563, quello stesso che fece erigere sulla piazza due guglie in legname, che poi nel 1608 da Ferdinando I furon fatte costruire in marmo misto di Serravezza, sorrette dalle quattro testuggini eseguite dal Giambologna.
Nei primi quattro anni quella corsa si fece con le carrette; e nel 1567 si usarono per la prima volta i cocchi alla romana, fatti a guisa di carri trionfali, in numero di quattro, variati di colore. I carri erano tirati ognuno da due cavalli guidati da cocchieri di Corte, dei quali era ammirabile l'abilità nel voltare a gran carriera attorno alle guglie, facendo la gara per vincere.
Dopo avere assistito alla corsa dei Cocchi, il Granduca e i Principi andavano a San Giovanni, dove si recavano anche i Magistrati di tutte le arti e si faceva l'offerta della cera.
La sera, a notte, si facevano luminarie per tutta la città, e specialmente alla cupola e al campanile di Santa Maria del Fiore; e sulla torre di Palazzo Vecchio si bruciavano girandole e fuochi.
Da una cicalata inedita del poeta Fagiuoli, si rileva che ai suoi tempi "nel giorno di San Giovanni Battista nella piazza già de' Signori, vendevasi a soma il vino bianco ed in quantità le polpette in bei tegamoni sopra diverse tavole esposti; i ceci freschi si vendevano a mazzi per sollazzo della plebe, e ceci spassatempo si chiamavano, siccome alcune paste dolcissime, fatte di farina, miele e pepe, le quali appunto (cred' io) per trarne la vera etimologia, perché dovrebbero confortare lo stomaco, confortini eran dette.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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