Il carro scendeva benone, ma quegli screanzati seguitavano a tirare anche quando non ce n'era più bisogno. Gli uomini di sul carro, che conoscevano i loro polli, se ne ritenevan sempre qualche braccio, per lasciarla andar tutta a un tratto quando i ragazzi non volevano smettere di tirare: ed allora era una risata generale, vedendoli andare a gambe all'aria quando meno se l'aspettavano.
Prima che cominciassero le feste, il Comune ordinava all'ingegnere di circondario di visitare i ponti sull'Arno "onde assicurarsi che verun pericolo poteva sovrastare al pubblico transito per i medesimi;" la quale visita costava sempre circa quattro francesconi, pari a L. 22.40 di moneta decimale.
Quando la festa di San Giovanni cadeva in giorno di magro, il Magistrato, scrupoloso, domandava per quel giorno la dispensa dai cibi magri. Ma per non esser ogni tanto daccapo, nel 22 settembre 1830 deliberò, molto per tempo, "di umiliar preci al Santo Padre" perché si degnasse di accordare una volta per sempre, per i motivi che venivano allegati alla memoria, "l'uso dei cibi grassi, in tutti i giorni dei rispettivi anni nei quali cadesse la festività del Santo Precursore, protettore della città, in venerdì o in sabato." Pervenuta un mese dopo "la notizia" faustissima della approvazione pontificia, il Magistrato incaricò subito "il suo signor Gonfaloniere a far tutti quei passi e rappresentanze che fossero necessarie per ottenere l'indulto."
Ed ora, veniamo alle feste principiando dalla vigilia, quando si faceva la processione detta "de' sette baldacchini," che si partiva da Santa Maria del Fiore, per fare il giro dei Quartieri, e arrivava fino a Santo Spirito.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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