Ma visto "che ormai i lavori erano stati eseguiti, e che era di necessità approvarne la spesa" ne stanziò la somma "non senza far sentire a detto signor Ingegnere che in avvenire si guardasse dall'eccedere nelle commissioni a lui date dal Magistrato, per non sottoporsi alla repulsa d'approvazione."
Ed il Magistrato, per far vedere che diceva sul serio, negò nel 1° settembre 1826 il pagamento di 170 lire a Lorenzo Dani per la costruzione d'una biga di prova per le corse, perché era stata ordinata dall'intimidito Veraci, senza la superiore approvazione. Ma furon fuochi di paglia, perché tre settimane dopo, i signori Priori con undici voti tutti favorevoli approvarono la spesa. Non era un Magistrato di resistenza! Era più resistente l' Ingegnere!
Come magro compenso a così esorbitante spesa, il Comune ritrasse poi, dal signor Pietro Giovannini, maggiore offerente, 340 lire toscane "dalla vendita dei vecchi carri o cocchi" che dir si volesse.
Ma, per quanto ridorati o rinverniciati, non eran buoni a far correre i cavalli quando il maestro di posta, che forniva le quattro pariglie per dieci scudi, ne appiccicava almeno una di carogne che non volevano andare. Un anno, che tutt'e quattro le bighe non poteron correre regolarmente a causa dei cavalli, che si puntavano o volevano andare dove piaceva loro, nacque un putiferio, con grande mortificazione del Magistrato e del "suo signor Gonfaloniere" e con immensi fischi del pubblico, che non si curava più nemmeno della presenza del Sovrano.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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