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      Alle ventitré, il corso che faceva soltanto tre giri, era terminato con grande consolazione della folla, impaziente di giungere al momento della desideratissima corsa dei barberi.
     
      Ed anche questa ha la sua storia, che vale la pena di narrare, affinché delle feste fiorentine di San Giovanni rimanga la narrazione completa ed esatta.
      Le carriere dei palii, o bandiere come anche si chiamavano, di cui ci parlano gli storici, altro non erano che costumanze dei gentili, convertite in uso sacro dopo il cristianesimo. Matteo Villani e Simon Della Tosa fanno menzione, forse per istruzione della gioventù, di palii corsi da gente a piedi, e di bandiere guadagnate da barattieri e da meretrici.
      Presso i greci e i romani, furono in grande onore le corse dei cavalli; continuarono questi giuochi per molti secoli, fino alla caduta dell'Impero romano: e quando fu invasa l'Italia dai longobardi, che rovesciarono ogni antica costumanza, ebbero fine anche le corse dei cavalli "che tanto divertivano i popoli." A queste si sostituirono le finte pugne, che spesso riuscivano funeste e lacrimevoli, diventando spettacoli di ferocia e di barbarie. "I popoli" poi se ne stancarono e ritornarono alle antiche corse dei cavalli. Sebbene non possa stabilirsi l'epoca precisa, è un fatto che nel secolo decimoterzo queste corse si trovano menzionate da molti storici; e lo stesso Villani, nato appunto in quel secolo, dice che al suo tempo eran già antiche.
      I palii più celebri che si correvano in Firenze, eran quelli di San Giovanni, di San Pietro e di San Vittorio.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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