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      Dio guardi se una che filava, fosse stata vista inzuppar le dita nell'acqua invece di sputarci sopra!... la poveretta, poteva far conto di filare... al deserto, perché era cosi screditata, che nessuno le dava più commissioni.
      Sotto l'altra Loggia, in faccia a quella degli Innocenti, si teneva la fiera delle terraglie, degli utensili da cucina, dei balocchi per i ragazzi; primi fra tutti i cavallini di coccio col fischio... all'ombra della coda!
      Per la Via de' Servi c'erano i baroccini con gli spurghi delle botteghe: nastri di seta, vestiti di lana e di cotone, e ogni genere di manifatture.
      Attorno al Duomo, dal lato di tramontana, i rivenditori esponevano mobilia di tutte le specie: armadi con la tinta a monti sopra; cassettoni col piano di legno che si rammentavano dei tempi del re Pipino; tavole, canapé e seggiole, che andavan via da sé; treppiedi, gratelle, fornelli, carrucole, chiavistelli, toppe, chiavi, un ciarpame d'ogni cosa. Eppure vendevano anche quella roba! I mobili specialmente andavan via a ruba, perché non pareva vero a chi doveva metter su casa, d'ammobiliarla con poco, e di non esser subito.... soli! Così sentivan meno il distacco della famiglia!..
      Un'altra fiera caratteristica era quella degli uccelli, che si teneva fuor di Porta Romana, la vigilia di San Michele; fiera che si fa ancora, ma che non ha più l'importanza né desta la curiosità di quelle di settanta o ottant'anni fa.
      Tutti i cacciatori aspettavano cotesto giorno per provvedersi dell'occorrente per la caccia: come pania, gabbie, pispole e reti.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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