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      Molti di costoro avevano da far parecchie miglia a piedi, perché allora non c'erano le comodità che ci sono oggi, e bisognava far la strada gamba gamba; soltanto i possidenti venivano col cadesse ed un contadino per portar le gabbie e gli altri acquisti fatti.
      Per San Michele, il 29 di settembre, aveva luogo la gran fiera delle giuggiole, fuori di Porta alla Croce. A Sant'Ambrogio, dopo le funzioni, quel giorno, dal tetto della compagnia, tra Via di Mezzo e Via de' Pilastri, alcuni fratelli che vi salivan su, brucavano le giuggiole da un grosso ramo di giuggiolo che vi facevan portare e le buttavan giù a manciate. Non è da credersi la ruffa che si faceva. Era un divertimento bellissimo, e vi assisteva molta gente dal cimitero della chiesa, sbellicandosi dalle risa.
      Non meno caratteristica delle altre, era la fiera dei marroni che nel giorno di San Simone, il 28 d'ottobre, si faceva al "Canto agli Aranci" fra Via Ghibellina, Via del Fosso e Via del Diluvio, presso le Stinche. I sacchi dei marroni erano ammassati a gruppi e si vendevano a staia ai buzzurri e a coloro che poi li rivendevano al minuto in Via del Palagio, dove la fiera si estendeva, ed era uno strepito continuato di quei venditori coi baroccini pieni di marroni, tutti messi a cupola, e nel mezzo ed in cima, i quartucci e le mezzette - la misura d'allora - già colme, per il primo compratore che via via capitava. Tutti li compravano, perché quella sera le ballotte o le bruciate e il vin nuovo eran di rito in tutte le case.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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