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      Non erano tutte della foggia di quelle che si usano oggi; molte, anzi le pių, eran grandi fantocci di carta, rappresentanti le caricature delle montanine, col lume sotto la sottana; e ogni volta che passava un branco di giovanotti, coi fischi, colle rificolone di queste contadine e con centinaia di quelle a lampanino, era una baldoria e un fracasso da far la testa come un cestone.
      E con le rificolone invadevano anche i chiostri della chiesa, urtando senza riguardo. uomini e donne, che per la stanchezza del lungo cammino fatto in pių giorni e a piedi, eran cascati gių mezzi morti dal sonno. Anzi, pareva che quegli scapestrati glielo lo facessero per dispetto, ed andassero a cercarli apposta, per sbalordirli ed inebetirli dai fischi e dagli urli. Se quei poveri montanari non si acquistavano il paradiso cogl'inni e colle preghiere, se lo acquistavan dicerto coi martirii e coi dispetti che facevan loro soffrire.
      Non ne son certo, ma ritengo positivamente che quando eran venuti a Firenze una volta, per l' 8 di settembre, la seconda non ci tornavan davvero!
      Dopo la storia, facciamo la cronaca pių moderna.
      Era costume nella popolazione di portarsi la vigilia della Madonna di Settembre, in Via dei Servi e sulla Piazza della Santissima Annunziata, con dei fanali di foglio in colori infilati in tante canne, urlando in modo da levare di cervello: "L'č pių bella la mia di quella della zia!" questo lo dicevano i bambini: i pių grandi portavano dei corbelli infilati in una pertica con un lume dentro, vociando: "Bello, bello, chi lo guarda gli č un corbello!


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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