e dietro a questo, una folla con le campane di terracotta, a scampanare e a schiamazzare. Altri andavano coi fischi di coccio e si univano a quelli col campanaccio per accrescere il frastuono. Per colmo d'allegria poi, principiavano a tirare buccie di cocomero, patate, e quanto veniva loro alle mani contro le rificolone perché si incendiassero, e così finiva la festa.
Ma quest'uso così molesto, il quale durava fino a mezzanotte, era causa di molte liti e di risse; perché alcuni andavano a sonare i campanacci e a fischiare negli orecchi alle persone che si trovavano nella strada, le quali spesso si stizzivano e leticavano come se le avessero ammazzate.
Uno di quegli anni venne funestato per causa di quest'uso sbarazzino, da un delitto di sangue, che contristò tutta la città, che allora non c'era avvezza. Uno studente si mise a fischiare apposta nell'orecchio a uno dei cavalli di una carrozza che era ferma presso il palazzo Niccolini ora Bouturlin, in Via dei Servi, aspettando i padroni i quali erano a godere lo spettacolo delle rificolone dalle finestre. Il cavallo con quei fischi acuti nell'orecchio si spaventò, fece impennare anche l'altro; ed il cocchiere, tutt'arrabbiato, ammenò una frustata allo studente. Questi che poté sapere dove stavano di casa quei signori, andò ad aspettare che vi tornassero, e a tradimento con un colpo di stile uccise il cocchiere. Così finì tristamente quella baldoria, che tutti deploravano.
A poco a poco però, ingentiliti i costumi e rinfurbiti i contadini, che eran sempre i martiri sbeffati e molestati ogniqualvolta venivano a Firenze, anche le rificolone andarono quasi a finire.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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Niccolini Bouturlin Servi Firenze
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