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      Alle due pomeridiane del 21 maggio, "la Granduchessa cominciò a sentire qualche piccolo indizio del prossimo parto; e perciò alle tre fu esposto daccapo il Santissimo nella cappella di Corte, nella chiesa di San Lorenzo e alla Santissima Annunziata.
      Approssimandosi la sera, i dolori - dice il diario di Corte - si son fatti più frequenti e più intensi; talché alle nove e dieci, si sgravò felicemente.... di una Arciduchessa!
      Addio speranze!
      Il Granduca contenne la sua disillusione, e seppe anzi mostrarsi contento come una pasqua. La sposa era giovane e si faceva sempre più bella; per conseguenza non c'era da disperare. Coraggio, voleva essere! Iddio avrebbe provveduto. La fede non abbandonò mai Leopoldo II.
      Una guardia del Corpo fu spedita immediatamente al Comandante del forte di Belvedere, e tosto una salva di centun colpo di cannone annunziò il fausto avvenimento. Nel tempo stesso fu cantato il Te Deum in cappella; e quindi dal Gran Ciambellano fu ordinato ai furieri di far l'invito per il battesimo, che avrebbe avuto luogo il giorno dipoi alle cinque e mezzo, con massima gala, che veniva ordinata per tre giorni.
      La riunione ebbe luogo, per la nobiltà e i militari nel salone delle nicchie; nella stanza verde e in quella rossa per i ministri esteri, l'anticamera e i forestieri presentati; rimaneva la stanza celeste per il ricevimento della Reale Comare.
      Il 22 maggio alle cinque e mezzo furono messe le sentinelle delle guardie nobili alle sale, e nel ripiano e nelle prime stanze quelle dei granatieri e degli anziani.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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