La vecchia Firenze cominciava a poco a poco a subire l'influsso delle nuove idee e presentiva già tempi nuovi. Fu abbellita di eleganti quartieri, allargò strade e provvide alla igiene ed alla polizia urbana in modo più consentaneo ad una città civile. Al provvedimento, di una maggiore osservanza dei precetti d'igiene, diede disgraziatamente la spinta il cholera manifestatosi a Livorno nei primi d'agosto del 1835, ed importato da due bastimenti mercantili provenienti da Marsiglia. Sviluppatasi la malattia anche a Firenze, furono dal Magistrato prese le più severe misure. I primi casi si ebbero fra i dementi di Bonifazio; e la città fu subito in grande costernazione, ma fu più la paura che l'intensità delle morti.
Il cavaliere Gaetano Pazzi, Gonfaloniere in quel tempo, non tralasciò nessuna disposizione per impedire il propagarsi del terribile morbo. Prima di tutto, con deliberazione del Magistrato del dì 11 agosto 1835, fu richiamato l'impresario della nettezza pubblica "ad un miglior metodo di servizio" poiché esistevano imperiose circostanze che esigevano la più scrupolosa diligenza ed attenzione per tener pulite e nette, specialmente da materie putride e di cattive esalazioni in generale, tutte le strade, piazze e vicoli della città. E siccome il servizio di nettezza, nel modo col quale si eseguiva, "non produceva l'effetto stabilito dal contratto d'accollo del 3 febbraio 1832," così fu imposto all'impresario che "il carrettone di ciascuna sezione dovesse esser servito da un solo uomo, per il trasporto delle materie ai luoghi predestinati, prestando il servizio giornaliero da mattina a sera, eccettuate le ore necessarie al riposo tanto dell'uomo che del cavallo; e che i due uomini addetti a ciaschedun carrettone, in qualità di spazzini destinati al pulimento delle strade, continuassero da mattina a sera il servizio, ammassando le materie in diversi punti delle strade e piazze, perché potessero caricarsi senza interruzione dai carrettonai.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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