Questa domanda il Magistrato era indotto a farla onde trarne partito per "la diminuzione delle pubbliche imposizioni."
La decisione dell'"amato Sovrano" si fece aspettare un pezzo; ma finalmente nel 10 marzo 1835, il Provveditore della Camera partecipò al Magistrato che S. A. I. e R. aveva concordato il rimborso al Comune di 120,000 lire toscane, equivalenti a 108,000 franchi. La differenza in meno di 47,000 franchi rappresentava i frutti!
I Comuni fanno sempre di buoni affari col Governo. Tiriamo via. Quelle centoventimila lire però, non potevan portar nessun vantaggio ai contribuenti; perciò Leopoldo II ordinò con "venerato dispaccio del 6 marzo 1835 " che quella somma fosse esclusivamente destinata all'accrescimento dei locali ad uso di scuole nel convento delle Scuole Pie, e che perciò il Comune acquistasse la casa di proprietà del signor balì Niccolò Martelli, contigua a detto Collegio, per la somma di 9500 scudi, "quando non si fossero potute ottenere condizioni migliori." Ma il prelodato balì tenne fermo: voleva un gran bene anche lui ai reverendi Padri Scolopi, ma, negli interessi, "amici cari e borsa del pari!" La somma avanzata delle 120,000 lire, fu passata al Provinciale delle Scuole Pie, con l'obbligo di spenderla nell'adattamento della casa Martelli, "e di istituire e mantenere a tutto carico delle Scuole Pie, un maestro di lingua italiana."
E così gli Scolopi poterono render un maggior servizio alla pubblica istruzione, che in Firenze a quel tempo era tenuta in pregio quasi soltanto da essi.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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