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      Una delle prime opere pubbliche più importanti eseguite dal Comune, fu la costruzione, nel 1835, del nuovo ammazzatoio presso il torrino di Santa Rosa, affidandone l'accollo all'impresa Faldi e C., dai quali poi il Comune lo riscattò per la somma di trecentomila lire, che prese in prestito dalla Cassa di Risparmio al 4 per cento.
      Una cosa che maggiormente incontrò il plauso dei cittadini, fu quella di avere il Magistrato ordinati cinquantaquattro carri coperti per il trasporto delle carni macellate, e di proibire che si continuasse ad ammazzare i maiali in Mercato Vecchio.
      Nello stesso anno fu dal Magistrato deliberato l'allargamento di Via Val di Lamona e del Vicolo della Seta, "per allargare da quella parte la strada, ossia vicolo, che stava di fronte e quasi addossato colle fabbriche ivi situate alla Loggia magnifica di Mercato Nuovo, all'oggetto non solo di tor di mezzo le immodezze e inconvenienze che vi succedevano, ma per rendere ancora più spazioso da quella parte il giro delle stesse Logge, che sono uno dei più bei monumenti della città".
      Contemporaneamente a questi abbellimenti per parte del Comune, uno se ne aggiunse di iniziativa privata; e fu il magnifico Bazar Buonaiuti in Via Calzaioli, che parve per quei tempi una meraviglia, e fu davvero uno dei primi edifizi di quel genere in Italia. Le botteghe di vari articoli che vi furon riunite, ed il caffè dove nei primi tempi specialmente accorreva numerosa una clientela sceltissima, ne fecero il ritrovo preferito ed elegante d'allora.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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