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      A questo è da aggiungersi il fatto strepitoso della illuminazione a gas nel 1846. In omaggio al Sovrano si cominciò l'impianto di quella nuova illuminazione nella Via Maggio, come la strada principale più prossima alla Reggia.
      Ma una delle preoccupazioni tremende del Magistrato civico era di stabilire in quali sere d'ogni mese non dovessero accendersi i fanali, perché.... c'era la luna che non costava nulla. C'era però anche il caso che la luna facesse la burletta di non farsi vedere; e allora il Gonfaloniere, con atto energico e risoluto, mentre aspettava quelli a gas, ricorse ai lumi dei colleghi: e nel 20 marzo 1846 fece approvar loro questa deliberazione che si riporta tale e quale, perché rimanga esempio della ingenuità dei tempi!
      Per regolare con precisione il servizio dell'illuminazione a gas è indispensabile la compilazione di un orario che indichi l'ora di accensione e di estinzione delle lanterne. Senza ciò non sarebbe possibile di sorvegliare e tenere a calcolo la Società accollataria della detta illuminazione, e oltre al danno che potrebbe risentire la pubblica sicurezza, si andrebbe incontro al pregiudizio della Cassa di questa Comunità, che, in ordine al contratto del 10 luglio 1845, deve spendere in proporzione del maggiore o minore consumo del gas a ragione di millesimi 26 1/3 di lira l'ora per ciascuna lanterna.
      Non senza ragione adunque il contratto predetto, sull'esempio di quanto si pratica per la città di Parigi, stabilì che la Società dovesse conformarsi all'orario che annualmente gli sarebbe dato dalla Comunità.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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