A buon intenditor, poche parole! Ma Leopoldo II, in seguito, da quell'orecchio non ci sentì più.
Dopo l'omaggio reso al Sovrano, la dimostrazione, sempre imponentissima si portò alloggiato degli Uffizi ad appendere corone di lauro alle statue di Pier Capponi e di Francesco Ferrucci, in mezzo a frenetici evviva.
Ma le grate, indimenticabili emozioni non finirono.
Verso sera, come se si fossero passata la parola, tutti i dimostranti si trovarono di nuovo riuniti attorno al Duomo; ed entrati nel tempio assistettero al Te Deum intonato dallo stesso arcivescovo Minucci; e quindi dai militi volontari della Guardia civica furon portate all'altar maggiore alcune bandiere, che il prelato benedisse, ed una delle quali accettò in dono e la portò da se stesso, a piedi, nel Palazzo Vescovile. Mostratala quindi da una finestra al popolo che acclamava fino a rimaner senza fiato, riaccese in esso tanto entusiasmo che pareva si cominciasse allora!
La Magistratura civica dopo il 5 di settembre 1847, si può dire che fosse continuamente adunata onde far sì che la festa della domenica 12 dello stesso mese riuscisse cosa più degnamente solenne che si potesse immaginare.
Ed il giorno 7 si adunò straordinariamente per discutere intorno alle verbali istanze della deputazione "detta del Popolo fiorentino" e composta dei signori avvocato Mordini e marchese Bartolommei, i quali furono invitati a presentarsi in adunanza per fornire i debiti schiarimenti intorno alle loro proposte. Le quali consistevano nel pregare il Comune a prendere l'iniziativa della festa, ed a pubblicarne il programma, che la deputazione stessa sottoponeva all'approvazione, all'effetto di onorare le rappresentanze della Toscana che sarebbero venute ufficialmente in Firenze.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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