Quindi, che la Magistratura cittadina si mettesse alla testa del solenne corteggio che si sarebbe recato a' Pitti per "presentare all'ottimo principe" che tanto saggiamente regolava "i felici destini della bella Toscana, umile ed ossequioso omaggio, segnatamente per l'ultima gradita istituzione della Guardia civica." Ma il Magistrato protestò di accettare l'invito fattogli sempreché il Granduca "si fosse degnato di ricevere le deputazioni che verrebbero a Firenze; e che venisse da lui affidato al Comune l'incarico di compiere gli onori della capitale con accompagnare e presentare le dette deputazioni."
Non vi era dubbio però che le deputazioni non fossero ricevute a Palazzo: tant'è vero che il Magistrato, prima di sciogliersi, in quella stessa adunanza deliberò di commettere la esecuzione del gonfalone del Comune, uguale "a quello esistente nell'opera di Santa Maria del Fiore." E di più ordinò la provvista dei berrettoni adattati alla toga di cui era rivestita la magistratura, in sostituzione di quelli oramai resi indecenti e totalmente inservibili!
Siccome il tempo stringeva, fu tenuta un'altra adunanza straordinaria la sera del dì 9, alla quale intervennero l'avvocato Mordini, il marchese Bartolommei, il professore Emilio Cipriani e l'ingegnere Giuseppe Poggi per la deputazione del popolo fiorentino, onde sottoporre all'approvazione del Magistrato il programma definitivo per il 12 settembre. Ritiratisi i quattro cittadini "per dar libertà nella discussione" i signori Priori lo approvarono completamente e ne fecero parte integrale della notificazione al pubblico.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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