Tanta era l'aspettativa per la festa del 12 settembre, che un certo Gaetano Corsini si esibì "d'imbandire desinari a prezzi discreti per mille persone nei chiostri del Convento di Santa Trinita, previa concessione ottenutane da quei reverendì Padri, purché la Comunità gli fornisse le tavole e i sedili." E la Comunità "considerando conveniente di prestarsi e facilitare il modo onde provvedere al comodo delle tante persone che non curando la lontananza del paese venivano esultanti a compiere un sacro dovere che verso il beneficentissimo Principe e Padre nostro, loro incombe," deliberò di commettere al magazziniere Demetrio Bellini di consegnare al Corsini tutto quanto esisteva nei magazzini, capace all'uso indicato, purché fosse restituito intatto.
La istanza del Corsini aprì gli occhi al Magistrato sul dovere che aveva anch'esso "di corrispondere un atto di ospitalità quasi indispensabile, offrendo ai gonfalonieri che sarebbero indubbiamente venuti a Firenze, un decente quanto modesto pranzo;" ciò che venne approvato, incaricando il signor Gonfaloniere di regolare questa faccenda.
E siccome l'appetito viene mangiando, fu pure deliberato di dare un desinare nel convento di San Firenze, eziandio agli individui componenti le bande di provincia, consistente in un discreto trattamento in ragione di venti crazie (L. 1,40) a testa.
E "per tenere a calcolo il trattore" tanto per il mantenimento dei patti quanto per constatare senza equivoci il numero di quelli che avrebbero ricevuto il trattamento, fu stabilito "di delegare alcuni zelanti cittadini che soprintendessero e vigilassero il desinare ai bandisti, impedendo gli abusi che facilmente potevano aver luogo.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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