Ed il clero della cattedrale, quando passò la dimostrazione dinanzi al Duomo, si presentò al Magistrato civico e consegnò al primo Priore un vessillo nazionale.
Le bandiere delle deputazioni furono mandate a Santa Croce: ed il Granduca donò al Comune quella che egli aveva sventolato dal terrazzino, come ricordo di quella memoranda giornata.
La sera vi furono illuminazioni e pubblici divertimenti, senza che avvenisse il minimo inconveniente; e la mattina dopo il Granduca "prese a sfogare la piena degli affetti, ai buoni e fedeli toscani" con un proclama che faceva scoppiare il cuore!
Come segno apparente d'abbondanza, vi fu per tutto quel giorno di lunedì, la vendita sui baroccini di centinaia di polli arrosto a sei crazie l'uno, avanzati dalle eccessive provviste che gli osti avevan fatte per il giorno innanzi.
Pare che molti dimostranti venissero col pane in tasca, perché le osterie non fecero grandissimi affari. Tanto è vero che il Corsini il 14 di settembre avanzò una reverente istanza al Magistrato, nella quale, dopo aver fatta una patetica narrazione delle vivande provviste "per la fausta ricorrenza nella sua precaria trattoria dei chiostri di Santa Trinita," veniva a concluder d'averci rimesso 250 scudi per il piccolo numero degli individui che ricorsero in dello locale.
Ma il Magistrato, quantunque facesse plauso alla buona intenzione che ebbe il Corsini, "non poteva passare sotto silenzio che il medesimo tentava una speculazione per proprio conto e che la Comunità aveva fatto anche troppo col fornirlo delle tavole senza interesse e farsi mediatrice presso il superiore del convento di Santa Trinita per il conseguimento del locale: e tutto ciò per favorire le vedute speculative di lui.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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