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      L'ufficiale l'arrestò e lo portò da sé in fortezza. Il D'Aspre lo voleva fucilare, e ci volle del buono e del bello per persuaderlo a lasciare in vita il disgraziato.
      Un giorno, un tedesco teneva in una pezzòla un fiasco d'acquavite e la dondolava. Passando di Via Calzaioli, un certo Acquolina, conciatore, casualmente inciampò e gli ruppe il fiasco. Il tedesco cominciò a borbottare, lo prese per lo stomaco, ed altri soldati e un ufficiale l'arrestarono e lo portarono nella caserma di Borgo Ognissanti. Acquolina, appena entrato dentro, vedendo la rastrelliera dei fucili, si slanciò per prenderne uno; ma i soldati gli furono addosso lo misero sopra una panca e lì venticinque bastonate. Dopo un mese il disgraziato morì dalla rabbia.
      Gli ufficiali, in segno di spavalderia, facevano per Firenze un gran chiasso con le sciabole strascicandole per terra; ed i ragazzi urlavan loro dietro: - Tira su la stadera! - I soldati comuni quando era l'uscita, e che andavano a girar per la città avendo i tacchi cerchiati sotto di ferro, parevan tante somare di quelle che teneva un certo Sorbi e che andavano a portare il latte alle case; e perciò quando passavano si sentiva dire: "Ecco le ciuche del Sorbi!" Fortuna che quei cosi non intendevano!
      La grande maggioranza dei cittadini era indignata di questa immeritata occupazione straniera; e fino dalla prima sera qualche soldato sparì. Nelle conce ne accopparono parecchi; e ad uno di quei croati che si trovò sperso, solo, da San Niccolò, gli misero in capo un corbello e giù lattoni da far paura!


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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