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      I liberali che fremevano, ma ai quali toccava a tacere, sopportarono come un atroce smacco quella della gran rivista fatta alle truppe austriache alle Cascine il 18 agosto 1849 giorno natalizio dell'Imperatore d'Austria. Nel mezzo del prato delle Corse dov'ebbe luogo la rivista, fu inalzato una specie di tempietto ove fu celebrata la messa: ma come se anche il cielo ripudiasse quella funzione insultante per la nostra patria oppressa, verso le quattro pomeridiane imperversò una tale bufera, che di quel tempietto sfasciato e ridotto in pezzi non ne rimase un briciolo. Parve una maledizione! Molti fiorentini fedeli al loro sentimento d'indipendenza, quando incontravano il Granduca non lo salutavano più; si levavano invece il cappello al professore Ferdinando Zannetti, chimico valente, carattere integro, uomo benefico e caritatevole, perché rimandò sdegnoso la croce di cavaliere di Santo Stefano.
      La prima prova di quanto perdesse nella stima pubblica Leopoldo II fu quella, che essendo tornato da Gaeta, coi baffi che prima non portava, forse per darsi aria marziale dovendo venire fra tanti soldati della sua razza, i ragazzi, messi su dai grandi, quando s'incontravano figurando di scherzar fra loro si dicevano: "L' ha' mangiate le radici col lesso?" e l'altro rispondeva: "Figlio d'un cane che baffi t' ha' messo."
      Ed i liberali fiorentini, o meglio toscani, ammaestrati dai fatti del 1848, disillusi sulla fede che meritava un Sovrano che per dirla con frase comune aveva accennato coppe e dato danari, si riconcentrarono in loro stessi; e persistendo sempre più nell'idea della libertà della patria e della indipendenza d'Italia, lavorarono, come suol dirsi sott'acqua, preparando i nuovi eventi.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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