C’è anzi di più - noi siamo abituati a vedere che i corpi inanimati, anche dopo ricevuto un impulso, si muovono più o meno lungamente ma finiscono col fermarsi. Ciò indusse i primi naturalisti a ritenere che la materia abbia una tendenza al riposo anche se in movimento.
Un esame più attento ci rivela però che la tendenza dei corpi in moto a fermarsi non è propria del corpo in moto, ma è un effetto degli ostacoli che esso incontra nel movimento; e infatti una palla che, ricevuto un impulso, si ferma presto su un terreno accidentato, si muove più a lungo in un terreno piano, e più a lungo ancora in un piano levigato o in un piano di ghiaccio. Ne possiamo indurre che se gli ostacoli al moto potessero del tutto essere eliminati, se si potesse cioè distruggere interamente l’attrito dovuto alle asperità del terreno e la resistenza dell’aria che avvolge tutti i corpi, il moto si proseguirebbe indefinitamente, in linea retta e con velocità costante. È questo il principio d’inerzia, che può enunciarsi nel modo seguente :
Un corpo, non dotato di vita, persevera nel proprio stato di quiete, o di moto uniforme e rettilineo, a meno che non intervenga una causa esterna che modifichi la velocità o la direzione del moto.
Questo principio non può essere direttamente provato dall’esperienza, poichè non si può sottrarre completamente un corpo all’azione delle cause perturbatrici del moto. Esso viene affermato per induzione, e riceve continue conferme dall’accordo tra i fatti reali e le conseguenze che dal principio stesso possono dedursi; il primo ad averne una nozione esatta fu Leonardo da Vinci.
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Leonardo Vinci
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