Applicando inoltre agli estremi dei fili due altri pesi P e Q l’asticella tenderà a salire per effetto delle forze P e Q che vengono ad agire, per mezzo dei fili, nei punti A e B.
L’aggiunta di un peso R = P + Q, in un punto C tale che si abbia
AC : CB = Q : P
è sufficiente a ristabilir l’equilibrio. Cioè la CR è la equilibrante del sistema di forze P e Q, cosicchè la risultante di queste sarà una forza eguale e contraria a R, come richiede l’enunciato I.
Considerando invece la forza Q come la equilibrante delle forze A ed R, riesce verificato l’enunciato II.
30. Coppia di forze parallele. - Se nel caso dell’enunciato II (forze parallele dirette in senso inverso) le componenti sono eguali, si dimostra che non esiste più una equilibrante, cioè non è possibile con una forza sola fare equilibrio alle due forze date.
Si dice allora che le due forze formano una coppia, la quale tende a imprimere al corpo su cui agisce un moto rotatorio.
Si dice braccio della coppia la distanza CD delle due rette parallele secondo cui agiscono le due forze (fig. 14); momento della coppia il prodotto del braccio per l’intensità di una delle forze.
Il momento di una coppia misura la sua efficacia, nel senso che due coppie agenti in piani paralleli, e che hanno egual momento, sono equivalenti se tendono a produrre la rotazione nel medesimo verso, e si equilibrano se agiscono in senso inverso.
Per accrescere l’efficacia di una coppia si può quindi aumentare l’intensità delle forze o la distanza delle loro rette d’azione.
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