Per questi e altri motivi si preferiscono oggi le bilance a braccia corte, e se ne aumenta la sensibilità avvicinando convenientemente il centro di gravità del giogo al coltello. E poichè in molti casi una eccessiva sensibilità può essere d’incomodo, si può per mezzo di un bottone metallico, spostabile lungo una vite verticale, trasportare più o meno in basso il centro di gravità del giogo, e ridurre così la sensibilità. Per completare la parte descrittiva basti accennare che per mezzo di una forchetta messa in moto da un bottone a cremagliera, sporgente alla base della colonna, si può sollevare l’intiero giogo quando la bilancia non è in funzione e staccare i prismi dai piani di agata, con che si evita che essi si sciupino inutilmente. Una custodia di vetro circonda tutto l’apparecchio, e serve a riparare i pezzi mobili dalle correnti d’aria che turberebbero le pesate.
Abbiamo finora supposto che le braccia siano esattamente eguali, ciò che non può mai ottenersi malgrado la più accurata costruzione. Tale eguaglianza non è però indispensabile se ci si contenta di far la pesata in due tempi. Il mezzo più semplice consiste nel disporre su un piattello il corpo da pesare, e nell’altro una zavorra qualsiasi capace di ristabilir l’equilibrio; quindi togliere il corpo e sostituire nello stesso piattello tanti pesi numerati quanti ne occorrono per ristabilir l’equilibrio. Questi pesi danno il valore vero del peso del corpo, anche se le braccia della bilancia non sono eguali. Una pesata di precisione va sempre fatta in tal modo, o con altri procedimenti analoghi.
| |
|