Considerando quindi la forza come praticamente costante, essa imprimerà ai corpi che cadono liberamente un moto uniformemente accelerato. Chiamando con P la forza motrice, cioè il peso del corpo, con m la sua massa e con g l’accelerazione impressa avremo dunque
P = Mg
L’esperienza dimostra che l’accelerazione g è la stessa per tutti i corpi, nello stesso posto della superficie terrestre.
Per un altro corpo di massa M' e di peso P' si avrà adunque:
P' = M'g
e dividendo queste due eguaglianze membro a membro, si deduce
P/P' = M/M'
relazione importantissima, la quale permette di eseguire il confronto delle masse di due corpi confrontando i loro pesi. Con ciò il rapporto dei pesi di due corpi, valutato per esempio con la bilancia o con un dinamometro, fornisce immediatamente il rapporto delle masse; e quindi si ottiene in grammi la misura della massa di un corpo qualsiasi confrontando il suo peso con quello di 1 cm^3 d’acqua distillata.
Per la libera caduta valgono poi le formole da noi stabilite per il moto uniformemente vario.
In realtà però tutti i corpi alla superficie terrestre, movendosi in seno all’aria, provano da parte di questa una resistenza al moto che modifica le leggi della caduta. Non solo il moto non è più uniformemente accelerato, e talora neanche rettilineo (come avviene per es. di un pezzo di carta) ma la resistenza dell’aria agendo in misura diversa su corpi di peso diverso ne riduce in modo disuguale la velocità. È perciò che noi vediamo cadere con diversa rapidità un pezzetto di piombo e un fiocco di bambagia.
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