Spostando la pallina dalla posizione di riposo O e abbandonandola a sè, essa si avvierà verso O seguendo l’arco di cerchio MO, e sollecitata dalla componente MN del peso MP, valutata secondo la tangente al cerchio mentre l’altra componente MQ nel senso del filo è inefficace, come la componente analoga MQ nel caso del piano inclinato. Mentre però nel piano inclinato la componente utile, MN, è costante lungo la discesa, e perciò il moto è uniformemente accelerato, adesso la componente medesima va diminuendo a misura che la pallina si avvicina ad O, fino ad annullarsi nella posizione di riposo. Il moto durante la discesa sarà quindi accelerato, ma non uniformemente. Giunta in O la pallina possiede una certa velocità, quindi proseguirà il suo cammino per inerzia, mentre interverrà a rallentarla la nuova componente del peso che adesso agisce in senso opposto al moto. A tutti i primitivi accrescimenti successivi di velocità, avuti nella discesa, seguiranno altrettante diminuzioni in eguale misura e in ordine inverso, fino a che la pallina avrà perduto interamente la velocità posseduta quando raggiungerà la posizione M', simmetrica di M rispetto ad O. Allora la pallina tornerà a ridiscendere lungo M'O e il moto durerebbe così indefinitamente, se non intervenissero le resistenze al moto dovute all’attrito con l’aria.
La pallina è sottoposta in ogni istante a una forza motrice eguale al valore corrispondente di MN, che è massimo nella posizione estrema, nullo nella posizione di riposo; e che, si dimostra, è proporzionale in una posizione qualunque X allo spostamento XO dalla posizione di riposo, se l’ampiezza massima MO è molto piccola.
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