Quando si dice, per es., che il coefficiente di attrito di una vettura su una via ferrata è 13/1000, ciò significa che per ogni 1000 Kg. di peso da trascinare occorre una forza di 13 Kg.
Il coefficiente di attrito non dipende dall’estensione della superficie di contatto a parità di forza premente totale; e infine esso è sensibilmente costante a tutte le velocità. Però l’attrito statico è alquanto superiore a quello dinamico; si richiede perciò uno sforzo maggiore nella messa in moto (sforzo di smarramento o di avviamento).
Le stesse leggi valgono per un corpo che rotola su un altro; l’attrito si chiama allora volvente, mentre si chiama radente quello di strisciamento tra due corpi.
L’attrito volvente è minore se il corpo rotolante ha un maggior diametro; esso è poi sempre minore, a parità delle altre condizioni, dell’attrito radente; cosicchè quando per mezzo dei freni si impedisce alle ruote dei veicoli di girare, l’attrito aumenta moltissimo e il moto diviene più difficile. È perciò che i freni arrestano rapidamente il moto, dopo la soppressione della forza motrice.
Quando la forza propulsiva è applicata alle ruote, come nelle locomotive, nelle vetture elettriche, negli automobili, nelle biciclette, senza l’attrito le ruote striscerebbero sulla linea o sul terreno, e il veicolo non procederebbe. Si richiede in tali casi che l’aderenza della ruota alla strada impedisca lo slittamento; si ottiene questo risultato aumentando convenientemente il peso totale del veicolo, e in generale con tutte le altre cause che aumentano il coefficiente di attrito.
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