Se adesso noi consideriamo il sistema complessivo risultante dalla molla, dal grave e dalla Terra, potremo dire che la somma delle energie posseduta dalle varie parti rimane costante.
Questo risultato può essere esteso ai fenomeni più complicati e ai sistemi più complessi, purchè si tenga conto di tutte le forme note dell’energia. Quando due sistemi sono in presenza, l’uno può cedere energia all’altro, e inoltre in ciascuno l’energia posseduta può assumere le forme più svariate. Ma in ogni istante la somma delle energie perduta dall’uno è eguale a quella guadagnata dall’altro; cosicchè se i due sistemi si considerano uniti in un sistema unico, la somma totale delle varie energie possedute in ogni istante conserva un valore invariato.
Che se noi ci riferiamo a un sistema così vasto che nulla esista al di fuori di esso, ci riferiamo cioè all’intero Universo, potremo dire che nell’Universo posson variare le energie delle varie forme localizzate nelle diverse parti, ma ne è costante la somma totale. È questo il celebre principio della conservazione dell’energia che domina tutta la scienza contemporanea, e costituisce la conquista più poderosa e feconda dello spirito umano. Non si sottraggono ad esso neppure le forze vitali, in quanto posson dar luogo a trasformazioni di energia suscettibili di misura; e così il lavoro muscolare e il calore animale rappresentano una trasformazione, numericamente equivalente, dell’energia chimica posseduta dagli alimenti ingeriti.
Nessun fenomeno è stato finora scoperto in contradizione col principio medesimo; e gli Uomini di Scienza son così profondamente convinti della sua illimitata validità, che a ogni apparente eccezione son piuttosto disposti a pensare a qualche forma di energia per il momento ignota, che sia capace di ristabilire il compenso.
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