La trazione può essere provocata sospendendo un filo o una sbarra verticalmente a un estremo, e applicando all’altro estremo dei pesi. L’allungamento ottenuto è proporzionale alla lunghezza primitiva del corpo, al peso traente e inversamente proporzionale alla sezione.
La compressione non può esser esercitata su fili ma su sbarre cilindriche o prismatiche, prendendo cura di evitare il loro incurvamento. Lo stesso peso agendo nei due sensi, cioè producendo allungamento o compressione della medesima sbarra, determina eguali variazioni di lunghezza.
Chiamasi coefficiente di allungamento l’aumento di lunghezza di ciascun centimetro di un filo di 1 mm^2 di sezione sotto l’azione di 1 Kilogrammo-peso. Indicandolo con lambda, il numero inverso 1/lambda dicesi modulo d’elasticità della sostanza da cui il corpo è costituito. Così il vetro ha il coefficiente d’allungamento 1/7000 e il modulo d’elasticità 7000. Ciò significa che un filo di vetro della sezione di 1 mm^2 si allunga, sotto l’azione di 1 Kg., di 1/7000 di centimetro per ogni centimetro della sua lunghezza iniziale.
La flessione di una sbarra è proporzionale al quadrato della sua lunghezza, e inversamente proporzionale alla larghezza e al cubo dello spessore. In conseguenza si richiede uno sforzo minore per inflettere egualmente una lamina a sezione rettangolare nel senso in cui è minore lo spessore.
Per lo studio della torsione di una sbarra cilindrica basta fissarla a un estremo e applicare all’altro una carrucola sulla gola della quale è avvolto un filo destinato a esercitare lo sforzo deformatore.
| |
Kilogrammo-peso
|