Queste oscillazioni sono in generale molto rapide, poichè grandi sono le forze motrici e piccole le masse in movimento; vedremo appunto che a tali oscillazioni son dovuti i fenomeni sonori. Ma si possono rallentare le oscillazioni, e renderle utilizzabili praticamente, fissando al corpo oscillante delle grandi masse, obbligate così a partecipare al movimento, e aventi per effetto di renderlo più o meno lento.
Così all’estremo di un filo metallico, sospeso all’altro estremo, può esser fissata una sfera che prenderà parte alle oscillazioni di torsione rese con ciò molto lente; e si può controllare in tal modo che la durata delle oscillazioni è sensibilmente costante qualunque sia l’ampiezza iniziale. Un simile sistema non dà luogo a oscillazioni che durino indefinitamente; esse si smorzano invece, più o meno lentamente, come quelle di un pendolo comune non munito di meccanismo vivificatore; e la causa dello smorzamento non è da attribuire soltanto all’attrito dell’aria, ma vi contribuiscono delle azioni interne nel corpo elastico, assimilabili a un attrito interno tra le sue particelle che si muovono le une rispetto alle altre. Almeno così si ritenne finchè il Prof. Cantone non ebbe a dare la vera spiegazione di questo cosidetto attrito interno, fondandola sui fenomeni di isteresi elastica da lui a lungo studiati.
60. Elasticità susseguente. Isteresi. - In realtà i fenomeni non procedono così semplicemente come noi li abbiamo descritto finora. Anzitutto le deformazioni non sono esattamente proporzionali alla forza deformatrice, anche se son molto piccole; inoltre l’azione della forza lascia una piccola traccia nel corpo, cioè una deformazione permanente che non si elimina sopprimendo la forza: se perciò il corpo è sottoposto a una serie di forze crescenti prima, e decrescenti poi, la forma del corpo dipende non solo dalla forza attuale, ma dalla serie di forze a cui fu precedentemente sottoposto.
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Prof Cantone
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