Ma perchè si abbia la percezione del suono occorre la successione di una serie non interrotta di corpi tra la sorgente e l’orecchio, come l’aria, l’acqua, ecc. Le vibrazioni di un corpo in una campana nella quale sia fatto il vuoto non giungono quasi affatto al nostro orecchio; e il silenzio sarebbe assoluto se non ci fosse affatto aria nella campana, e il corpo sonoro fosse nel suo interno completamente isolato, non esistessero cioè gli altri corpi che lo sostengono.
Quel particolare stato dell’aria capace di produrre in noi la sensazione del suono può anche essere determinato senza l’intervento di un corpo vibrante. Se, per es., facciamo venire (fig. 80) da un cannello un getto d’aria in presenza di un disco munito di una serie di fori e rotante con una certa velocità, il nostro orecchio avvertirà un suono, e la membrana registratrice, di cui sopra abbiamo parlato, entrerà in vibrazione, cosicchè la punta traccerà tante sinuosità sul cilindro affumicato quanti sono i fori passati nello stesso tempo avanti al cannello. Si intende subito, da questa esperienza, che il getto d’aria proveniente dal cannello, e che può espandersi liberamente in presenza di un foro, mentre è arrestato nelle posizioni intermedie del disco, determinerà una serie di sbuffi periodici, e quindi di compressioni nell’aria circostante, seguiti da altrettante pause; appunto queste compressioni, riproducentisi periodicamente, sono la causa del moto alternativo sincrono della membrana registratrice, e alla causa medesima si dovrà attribuire il suono da noi percepito.
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