Sia n la parete ed A la sorgente (fig. 83). Un raggio come AO, il quale forma con la normale alla parete OC l’angolo i detto angolo d’incidenza, si riflette seguendo OD, formando cioè un angolo di riflessione COD eguale all’angolo di incidenza AOC. Inoltre le tre rette AO, OC, OD giacciono in un piano.
Queste leggi valgono per tutti i raggi incidenti e i corrispondenti raggi riflessi; e noi vedremo nell’Ottica che ciò conduce a una conseguenza importante, che cioè l’insieme dei raggi riflessi è un fascio di raggi divergenti, i quali prolungati passano tutti per il punto A', situato dietro alla parete, e simmetricamente disposto con A rispetto alla parete medesima.
Ne risulta che un orecchio collocato in P riceve, oltre ai raggi direttamente provenienti da A, anche quelli che provengono dalla parete e che hanno percorso lo stesso cammino come se fossero partiti da A'. Se perciò si tratta di un suono di breve durata lo sentirà due volte, cioè, oltre all’impressione del suono direttamente percepito da A, avrà l’altra di una ripetizione del suono che giunge da A' in ritardo per la maggiore distanza. È questa la ragione del fenomeno comunemente chiamato eco.
Così stando a una certa distanza da una grande parete isolata (per evitare altre riflessioni che complicano gli effetti) e producendo un rumore, questo viene ripetuto dopo un tempo eguale a quello impiegato dal suono per andare e venire dalla parete. Il ritardo sarà, p. es., di 2 secondi se la distanza tra l’osservatore e la parete è di 340 metri.
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Ottica
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