E poichè tra un nodo e un ventre consecutivi la distanza è di un quarto di lunghezza d’onda, la lunghezza della colonna d’aria deve essere o lambda /4, o 3 lambda /4, o lambda 4, in generale un numero dispari di quarti d’onda; poichè, se fosse pari, si ridurrebbe a mi numero intero di mezze lunghezze d’onda, e agli estremi si avrebbero insieme o due ventri o due nodi, e non un ventre e un nodo.
Si potranno quindi anche nel tubo determinare onde stazionarie corrispondenti a numeri diversi di vibrazioni, ma non a numeri qualsiasi; e precisamente, stabilito il suono fondamentale, si potranno ottenere il 3°, il 5°, il 7° armonico e così di seguito per tutti quelli di posto dispari.
Quanto al fondamentale, esso deve avere tale lunghezza di onda che un quarto di questa sia eguale alla lunghezza della colonna d’aria. Or appunto, nell’esperienza della fig. 94, si può constatare che quando il corista vibrante messo avanti alla bocca della provetta è il corista normale, e prova il massimo rinforzo, la colonna d’aria è alta poco meno di 20 centimetri, cioè è precisamente 1/4 della lunghezza d’onda nell’aria del suono del corista (§ 108).
Quest’esperienza adunque prova che la colonna d’aria, capace di produrre un suono di egual periodo, entra in vibrazione per risonanza col diapason, e nell’aria ambiente i due suoni si sommano causando il rinforzo. La cassetta di legno su cui si suole fissare il diapason (fig. 87) ha appunto la funzione di rinforzarne il suono, per risonanza dell’aria contenuta; e una funzione analoga hanno le casse in legno degli strumenti musicali a corda, le quali, per la forma complicata, son capaci di rinforzare, più o meno, tutti i suoni dallo strumento prodotti.
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