In verità qualche altra osservazione è necessaria, poichè potrebbe sembrare strano che mentre il solo corista si sente appena o non si sente affatto, l’intervento della provetta il cui suono è effetto del primo lo renda tanto più intenso da esser percepito facilmente anche in una grande sala; l’effetto apparisce troppo sproporzionato alla causa. Si noti però che il principio della conservazione dell’energia non è per nulla compromesso, poichè mentre il solo corista, una volta eccitato, è capace di conservare a lungo le sue vibrazioni e comunica all’aria una lieve energia vibratoria, ma per un tempo rilevante, la presenza della provetta aumenta moltissimo l’energia vibratoria dell’aria, ma il suono è di assai più breve durata; il che ha poi l’altro effetto che dell’energia impressa al corista nell’eccitarlo una parte minore si dissipa in esso per isteresi elastica.
In realtà bisogna tener presente che il lavoro eseguito per deformare un corpo elastico, se questo fosse privo d’isteresi e fuori della presenza dell’aria, si localizzerebbe eternamente nel corpo assumendo alternativamente la forma di forza viva, quando le particelle vibranti hanno la massima velocità, e di energia potenziale elastica, quando le particelle hanno per un istante la velocità zero e il corpo la massima deformazione. A causa dell’isteresi, e in presenza dell’aria, una frazione molto piccola di quella energia viene a ogni oscillazione trasformata in calore nel corpo e irradiata come energia vibratoria nell’aria ambiente.
| |
|