115. Fonografo. - Abbiamo stabilito che una membrana distesa nell’aria partecipa fedelmente al moto vibratorio di questa, provocato dalla sorgente sonora, e può registrare mediante una punta mobile su un cilindro affumicato la forma della vibrazione.
Si ha con ciò il fonautografo di Scott (fig. 79).
Edison ebbe la felice idea di far scorrere avanti alla punta scrivente, connessa alla membrana, un cilindro di una sostanza plastica, nella quale la punta per le sue vibrazioni si affonda più o meno, tracciandovi così un solco più o meno profondo, che ha per profilo la curva rappresentante il moto vibratorio della lamina.
Se adesso si riporta la membrana e la punta all’origine del solco, si imprime al cilindro il medesimo moto, e si esercita una lieve pressione sulla punta, per mezzo della membrana, in modo da costringere quella ad affondarsi nel solco già tracciato, allora durante il moto del cilindro la punta rifarà tutti i movimenti di prima, li comunicherà alla membrana, e questa determinerà nella aria, ambiente la stessa serie di compressioni e di rarefazioni che si seguirono durante la registrazione del suono. Il suono sarà così riprodotto nei suoi più minuti particolari, tanto più fedelmente quanto più esattamente le nuove vibrazioni della membrana saranno eguali alle primitive.
Se il cilindro si muove, nella riproduzione, più lentamente, lo stesso numero di vibrazioni si svilupperà in un tempo più lungo, e il numero di vibrazioni per secondo di tutti i suoni sarà abbassato nello stesso rapporto, conservandosi il loro intervallo musicale relativo; e quindi si risentirà la stessa melodia in una tonalità più grave.
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Scott
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