Se noi ci trovassimo all’equatore terrestre, cambierebbe la posizione della sfera rispetto al nostro orizzonte. I due poli P'P si porterebbero nei punti A, B; e il moto avvenendo intorno a un asse orizzontale, tutte le stelle ci sarebbero visibili durante mezzo giro, invisibili nell’altra metà.
Se poi ci trovassimo al polo della Terra, l’asse del mondo si confonderebbe con la verticale ZN, e tutte le stelle descriverebbero dei cerchi paralleli all’orizzonte; quelle di un emisfero resterebbero sempre al di sopra, e sarebbero perciò sempre visibili, l’opposto avverrebbe per le altre.
Il tempo impiegato dalla sfera celeste per compire un intero giro dicesi giorno siderale; esso è più corto del giorno solare, 24 ore dei comuni orologi, per un intervallo di 3 minuti, 56 secondi e 55 centesimi di secondo.
119. Moto diurno della Terra. - Gli aspetti della sfera celeste nel suo moto apparente possono essere interpretati ammettendo che la sfera sia ferma e che invece ruoti in senso inverso la Terra intorno al medesimo asse. Nè deve recar sorpresa che noi non sentiamo questo movimento nel quale la Terra ci trascina, poichè l’assoluta uniformità del moto deve appunto renderlo insensibile; noi riconosciamo invero di muoverci qualora siamo trascinati da un carro mal fatto in un terreno accidentato; ma avvertiamo meno il movimento in una carrozza dalle ruote di gomma che si muova su una strada ben tenuta, e ancora meno su un piroscafo che ci trasporti in un lago tranquillo. E come in quest’ultimo caso solo il moto apparente degli edifici lungo la riva ci rende avvertiti del movimento, così il moto della Terra ci viene appunto rilevato dal moto degli astri, assolutamente fissi.
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