Si ovvia a questo inconveniente ricorrendo a delle qualità di vetro speciali, che presentano al minimo grado queste anomalie, e sottoponendo il termometro, prima della graduazione, a un trattamento termico speciale.
4. Quantità di calore e sua misura. - Abbiamo già distinto il concetto di quantità di calore da quello di temperatura. E come abbiamo stabilito il criterio di misura della temperatura, anche senza saper bene che cosa essa sia, così, senza dir nulla per ora della natura del calore, possiamo stabilire un criterio per misurarne la quantità.
È chiaro infatti che per riscaldare di 1° due grammi d’acqua occorrerà il doppio della quantità di calore necessaria per scaldarne un grammo solo. L’esperienza dimostra inoltre che la stessa quantità di calore basta per scaldare un peso costante d’acqua di 1° qualunque sia la temperatura di partenza; questo risultato non è rigorosamente esatto, ma si può in prima approssimazione ritenerlo tale, poichè le differenze sono molto piccole. Posto ciò noi assumeremo come unità di misura delle quantità di calore quella che occorre per scaldare di 1° un grammo d’acqua; e la chiameremo CALORIA. Per scaldare di 1° un chilogrammo d’acqua occorreranno quindi 1000 calorie, o, come si suol anche dire, una grande caloria.
E così per scaldare da 0° a 100°, cioè fino all’ebollizione, 10 Kg. d’acqua occorreranno
10 x 100 = 1000 grandi calorie = 1000000 calorie
5. Propagazione del calore. - Come abbiamo detto il calore passa spontaneamente dai corpi di temperatura più alta ai corpi di temperatura più bassa; altrettanto avverrà nello stesso corpo se le sue parti sono a temperatura diversa.
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Quantità Propagazione
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