Valutando con opportune cautele le prime due parti, e conoscendo il lavoro totale compiuto dai pesi cadenti da un’altezza misurata, si può dedurre la quantità di lavoro che si trasforma in calore nel calorimetro; e d’altra parte, coi metodi calorimetrici conosciuti, si può misurare il numero di calorie da esso sviluppate. Così potè il Joule dimostrare che occorrono 425 chilogrammetri per produrre una grande caloria.
Esperienze più precise, eseguite negli ultimi tempi, e coi metodi più svariati di trasformazione del lavoro in calore, hanno di poco modificato il numero ottenuto da Joule; noi riterremo che l’equivalente di una grande caloria in lavoro sia 427 chilogrammetri; ovvero, essendo 1 Kgm. = 9, 8 joule, potremo anche dire che a sviluppare una piccola caloria occorrono 4,18 joule.
12. Calore e moto molecolare. - Impiegando lavoro si può accrescere l’energia visibile di un corpo, cioè la sua forza viva, ovvero comunicargli un’energia potenziale elastica, deformandolo. Se poi si aumenta la temperatura di un corpo, comunicandogli calore o energia termica, con che il corpo aumenta di volume, il calore fornito produrrà in generale tre effetti: anzitutto se il corpo è sottoposto alla sua superficie a delle forze esterne, queste vengono vinte durante la dilatazione, e si ottiene con ciò un lavoro esterno; inoltre si modifica la distanza delle particelle del corpo, e si aumenta per ciò la loro energia potenziale mutua, poichè tra le particelle si esercitano le forze molecolari; infine viene accresciuta la forza viva media delle molecole nei movimenti rapidissimi che esse eseguono o intorno a una posizione media, come nei solidi, o nella loro traslazione attraverso alla massa, come negli aeriformi.
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Joule Joule Kgm
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