Per molte ragioni, che qui non è possibile riferire, si è dovuto riconoscere che la temperatura di un corpo, cioè quel particolare stato per cui il calore passa da un corpo agli altri con maggiore o minore facilità, dipende esclusivamente dalla forza viva media dello particelle del corpo, e che anzi, per lo meno nel caso degli aeriformi, quando due corpi sono alla stessa temperatura, le loro molecole hanno la stessa forza viva media, qualunque sia la loro massa. In quest’ordine d’idee se si batte con un martello contro una campana o contro un blocco di piombo, si ha nel primo caso un suono, cioè la forza viva del martello diviene energia vibratoria elastica della campana: mentre nel secondo caso il piombo si riscalda, cioè la forza viva del martello accresce l’energia vibratoria invisibile delle molecole del piombo.
Possiamo adunque dire che l’energia calorifica comunicata a un corpo si trasforma in energia meccanica relativa al lavoro esterno, in energia potenziale corrispondente al lavoro interno, e in forza viva molecolare corrispondente all’elevamento di temperatura. Le ultime due parti, insieme, aumentando l’energia interna del corpo, il cui ammontare totale ci è sconosciuto, ma di cui noi possiamo valutare le variazioni.
Nei solidi e nei liquidi, essendo piccola la dilatazione, il lavoro esterno dovuto al riscaldamento è trascurabile. Negli aeriformi poi le molecole sono sensibilmente sottratte a ogni mutua attrazione, cosicchè l’energia interna si riduce praticamente alla loro forza viva molecolare.
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