Che se noi non avessimo disponibili sorgenti a temperature diverse, ma regnasse nell’Universo una temperatura uniforme, nessuna trasformazione di calore in lavoro potrebbe aver luogo. E poichè questa trasformazione è sottoposta a tale necessità, mentre la trasformazione inversa del lavoro o delle altre energie in calore avviene integralmente, spontaneamente e senza alcuna restrizione; e poichè ancora, come si è detto essere una conseguenza immediata del secondo principio, mai il calore può passare dai corpi freddi ai corpi caldi spontaneamente, mentre il passaggio inverso ha sempre luogo in modo autonomo e continuo (esiste cioè una tendenza naturale al livellamento delle temperature) ne risulta che i fenomeni naturali hanno in prevalenza un andamento il cui senso è perfettamente determinato; è quel senso, cioè, che facilita il livellamento delle temperature, e che converte tutte le altre energie in quella termica, la quale è la più deteriorabile, per la suddetta tendenza al livellamento, e la meno atta a ulteriori trasformazioni. L’Universo si avvia perciò verso uno stato nel quale le diverse energie esistenti si saranno tutte trasformate in calore, senza dislivelli di temperature; cosicchè le ulteriori trasformazioni d’energia saranno impossibili, e con esse sarà impossibile ciò che potrebbe definirsi la vita della Natura.
È questo il principio della degradazione dell’energia, col quale il Genio dell’Uomo ha sentenziato la morte futura del Mondo, studiando le leggi che adesso lo reggono, e supponendone eterna la validità.
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